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Aggiornamento dal Corpo Direttivo n. 5 (2023)

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Benvenuti a questo aggiornamento!
In molte parti del mondo
sono in corso i congressi in questo periodo.
Infatti già all’inizio di luglio
erano oltre 2.300.000
le persone che avevano assistito in presenza
al congresso di zona “Siate pazienti”.
Poter rivedere dei vecchi amici
e potersene fare di nuovi ai congressi
sta facendo provare davvero molta gioia
ai servitori di Dio.
E il programma spirituale
è veramente cibo al tempo giusto.
Quelli che hanno già assistito al congresso
ne hanno tratto grandi benefìci.
E a tutti quelli che assisteranno
a questo congresso nelle prossime settimane
vogliamo dire: “Vi piacerà tantissimo!”
Il 1º giugno molte Betel in tutto il mondo
hanno riaperto le porte alle visite guidate.
Questo è stato davvero emozionante
sia per i visitatori che per le famiglie Betel.
È stato emozionante
vedere arrivare
il primo gruppo di visitatori.
Sappiamo che hanno fatto tanti sacrifici
per venire qui.
Non so dirvi
se erano più felici i beteliti o i visitatori,
perché siamo molto contenti di averli qui.
Mi è piaciuto tantissimo
quando siamo arrivati
ed erano tutti lì a darci il benvenuto
e a salutarci.
Tutti quegli abbracci!
È stata una grande sorpresa.
Il benvenuto che ci hanno dato
è stato fantastico.
Continuavano ad arrivare fratelli
a parlare con noi.
È incredibile pensare
che è da quando sono piccoli
che guardano aggiornamenti
su Chelmsford su jw.org.
E adesso siamo qui,
mi sembra quasi un sogno.
È passato più di un mese
da quando sono ricominciate le visite,
ed è davvero bellissimo!
Noi siamo originari delle Filippine,
però adesso viviamo in Canada.
Abbiamo fatto un viaggio di 8 ore in macchina
per arrivare qui alla Betel di Warwick.
Ci eravamo organizzati
per visitare la Betel a marzo 2020.
Ed eccoci qui 3 anni dopo.
Ci siamo detti: “Quest’anno dobbiamo
organizzarci per andare a visitare la Betel”.
Voglio dire a tutte le famiglie
di fare questa esperienza.
Rafforza tanto la fede
ed è qualcosa che i vostri figli
non dimenticheranno mai.
Ci sono così tante cose da vedere
che di certo non basta una sola visita
per assaporarle tutte.
Quindi c’è solo una cosa da fare, tornare.
Questi fratelli e sorelle
si sentono proprio come si sentiva Davide,
quando sotto ispirazione scrisse
le parole riportate in Salmo 122:1:
Desideriamo invitare tutti voi
a provare la gioia di visitare la Betel.
Perché non prenotate
la vostra visita guidata su jw.org?
Potete trovare maggiori informazioni
alla pagina “Visita la Betel”
oppure potete contattare la filiale locale.
Come annunciato sul nostro sito jw.org,
la sera di mercoledì 28 giugno 2023
è stato ottenuto un importante permesso
per il progetto di costruzione di Ramapo.
La Commissione urbanistica
della città di Ramapo
ha approvato all’unanimità
la planimetria del progetto.
Anche se ci sono ancora
diversi dettagli da definire,
questo permesso che abbiamo ottenuto
rende possibile il proseguimento dei lavori.
Siamo grati per il duro lavoro
della Commissione urbanistica
e per tutto quello che fanno
i fratelli e le sorelle dietro le quinte.
E ringraziamo Geova per la sua evidente
benedizione su questo progetto.
A maggio del 2022
il fratello Dennis Christensen
è stato rilasciato dalla prigione.
Poco dopo abbiamo intervistato
sia lui che sua moglie Irina.
Mentre guardate il video che segue,
notate che cosa ha aiutato entrambi
a perseverare e a rimanere leali.
Eravamo a un’adunanza
della nostra congregazione,
nella città di Orël.
All’improvviso
uno dei nostri servitori di ministero
viene da me correndo e mi dice:
“Dennis, devi andare subito all’ingresso”.
“OK, ci vado”.
Allora sono andato e ho trovato
diverse persone col volto coperto.
C’erano un sacco di agenti di polizia
e agenti dell’FSB.
Hanno tirato fuori i distintivi
e hanno detto che dovevano effettuare
una perquisizione nella Sala.
Poi mi hanno anche fatto vedere delle carte.
C’era scritto che era stato aperto un caso
e che io ero il principale indiziato.
E quindi dovevano arrestarmi
e trattenermi per 2 giorni.
Ho pensato: “Beh, non è un grande problema,
è una cosa che si risolverà in fretta,
sono solo 2 giorni.
Altri fratelli sono stati in prigione,
posso farcela anch’io”.
E poi ero sicuro
che Geova mi avrebbe protetto.
La parte più difficile
è stata stare lontano da mia moglie Irina.
Il modo in cui è disposta la prigione
in genere non ti permette di vedere
i prigionieri all’interno.
Io però ho cercato di trovare un posto
da dove potevo vedere la sua finestra,
e da quella finestra
Dennis riusciva a vedermi bene.
Così ci siamo messi d’accordo
che sarei andata lì
all’orario che mi avrebbe detto Dennis.
Quello era senza dubbio
il momento più bello di tutta la giornata.
Non vedevo l’ora che arrivasse
l’una del pomeriggio
perché avevo l’opportunità di vedere Irina,
solo per 5 o 10 minuti.
Per 2 anni
è stato il nostro appuntamento fisso.
Irina veniva tutti i giorni.
Con la neve, con la pioggia,
con il sole splendente, sempre.
A prescindere da come fosse il tempo,
ogni giorno a quell’ora lei era lì.
È stato il nostro piccolo segreto
che stiamo rivelando adesso per la prima volta.
Per 2 anni non l’abbiamo mai detto
assolutamente a nessuno.
Ho cercato di fare del mio meglio
per essere un buon marito.
Quando ero nel centro di detenzione
cercavo di chiamarla 2 volte al mese.
E cercavo anche di scriverle 5 lettere
alla settimana.
I fratelli mi hanno aiutato molto.
Spesso venivano a casa a trovarmi.
Abbiamo ricevuto tantissime lettere.
Alcuni mi hanno detto:
“Quando ti senti giù,
chiamaci o mandaci un messaggio,
e noi arriviamo subito”.
Mi hanno aiutato davvero in tanti modi,
e sono grata a ognuno di loro.
Ricordo molto bene tutto il sostegno
ricevuto dai fratelli e dalle sorelle
durante il processo.
È stato davvero incredibile!
Quando è stata emessa la condanna definitiva
a 6 anni, in aula c’erano tantissime persone.
Come ho affrontato questa situazione?
Mmh…
Beh, ero molto determinato
a mantenere l’atteggiamento giusto
perché sapevo, come dice Proverbi,
che se avessi lasciato spazio alla tristezza,
allora avrei perso completamente le forze.
Sapevo che sarebbe stata una battaglia lunga
e io volevo farcela a tutti i costi.
Cercavo di mantenere la buona abitudine
di leggere la Bibbia ogni giorno
e stavo lì a meditare.
Avevo anche un quaderno
che per me era molto importante,
dove scrivevo pensieri incoraggianti
tratti dalla Bibbia che potevano rafforzarmi.
Ad esempio, ripensavo spesso
alle parole di Isaia 30:15,
dove si legge che dobbiamo
‘mantenere la calma e confidare in Geova’,
perché la nostra forza dipende da questo.
E molto spesso pregavo Geova di darmi pace,
di aiutarmi a mantenere la gioia,
a essere sereno,
perché volevo sentirmi proprio così.
Spesso mi dicevo: “Ok, va bene.
Potete privarmi della libertà,
potete impedirmi di vedere la mia famiglia
e di abbracciare i miei cari
tutte le volte che vorrei,
va bene, fate pure.
Ma qui dentro non potete entrarci,
non vi permetterò di privarmi della pace,
non vi permetterò di togliermi la gioia.
Io voglio essere felice,
voglio servire Geova, fare come dice lui,
perché Geova è un Padre felice”.
Dennis una volta mi ha scritto
questa frase interessante:
“Se vuoi essere felice,
rendi felici gli altri”.
E questo pensiero mi ha aiutata molto.
Ero sempre attiva,
e cercavo tutti i modi per aiutare qualcuno.
Pensavo a chi potevo andare a visitare,
a chi potevo portare la spesa,
a chi era malato e aveva bisogno di compagnia.
Uno che lavorava nel carcere mi ha detto:
“Dennis, ti vedo davvero felice”.
E io ho detto: “Sì, tra poco esco.
Non faccio altro
che pensare a quando sarò fuori.
È come se non fossi qui ora.
Con la testa io sono già uscito”.
Allora lui ha detto: “Guarda, Christensen,
che tu non ci sei mai stato qui dentro.
Sei sempre stato fuori,
sei sempre stato libero,
sei sempre stato gioioso e felice”.
Ho immaginato tante volte
il giorno della mia scarcerazione,
quando sarei uscito,
quando avrei rivisto i fratelli,
le sorelle e la mia famiglia
e li avrei riabbracciati.
Sono rimasta colpita
da quanti fratelli erano già lì fuori.
Erano arrivati prestissimo
e venivano addirittura da altre città.
Sapevamo che quando saremmo arrivati
all’aeroporto di Copenaghen,
ci sarebbe stato qualcuno ad aspettarci.
Ma è stato incredibile
vedere così tanti fratelli e sorelle!
Erano tutti lì per noi,
ci hanno accolto con gioia.
Erano così felici di vederci,
e si facevano sentire.
Ho abbracciato tutti.
Aspettavo da tanto tempo quel momento,
ero in un vortice di emozioni.
Adesso siamo tornati in Danimarca.
Qui dobbiamo iniziare una nuova vita,
ripartire da zero.
Abbiamo vissuto un’esperienza significativa,
un’esperienza unica,
che vogliamo usare per aiutare gli altri.
Si può dire che la prigione è un’ottima scuola
che ti permette di lucidare
le tue qualità cristiane.
Adesso sono libero
e sono molto felice per questo,
ma continuo a pregare come sempre
per tutti quei fratelli e quelle sorelle
che sono ancora in prigione.
Anzi, prego per loro più di prima,
perché so cosa stanno passando.
Non è sempre facile,
ma sono sicuro che Geova continua ad aiutarli,
proprio come ha aiutato me.
Fratello e sorella Christensen,
grazie per averci raccontato
la vostra toccante storia.
Il modo in cui avete perseverato con pazienza
ci ha incoraggiato molto.
Ricordo quando molti anni fa
collaboravo con i fratelli
che vivevano dietro la cortina di ferro.
Il loro esempio di fede e di integrità
fu straordinario.
Fu così toccante che lo tengo caro
tra i miei ricordi ancora oggi.
Ci incoraggia molto
vedere interviste di questo tipo
o sentire storie di fede del genere.
La determinazione dei nostri fratelli
nei paesi in cui oggi l’opera è vietata
rafforza davvero la nostra fede.
Continuiamo a pregare Geova
per gli oltre 180 fratelli e sorelle
che attualmente in tutto il mondo
sono in prigione a motivo della loro fede.
Mentre guardavate l’intervista,
avete notato cosa ha aiutato i Christensen
a perseverare?
Il fratello Christensen ha detto
che leggere la Bibbia tutti i giorni
e meditarci su lo ha aiutato molto.
Scriveva dei pensieri incoraggianti
tratti dalla Bibbia in un quaderno.
Il fratello e la sorella Christensen
si incoraggiavano a vicenda
con lettere e telefonate regolari.
E sapere che riuscivano a vedersi ogni giorno,
anche se per poco, da lontano,
è stato rafforzante, vero?
Dennis e Irina sono stati anche incoraggiati
dal sostegno della loro famiglia spirituale.
E non hanno solo ricevuto il sostegno
di cui avevano bisogno,
hanno anche cercato le opportunità
per aiutare e incoraggiare gli altri.
Vi ricordate cosa ha scritto Dennis a Irina?
“Se vuoi essere felice,
rendi felici gli altri”.
Questo ci ricorda le parole di Gesù
riportate in Atti 20:35,
dove si legge:
“C’è più felicità nel dare che nel ricevere”.
Uno dei versetti che ha aiutato molto Dennis
durante questa prova è Isaia 30:15,
dove leggiamo:
Siamo felici di informarvi
che l’intervista completa
del fratello e della sorella Christensen
sarà resa disponibile su jw.org in futuro.
Sì, proprio come Geova ha aiutato i Christensen
ad affrontare questa situazione difficile,
Geova aiuterà tutti noi a perseverare
e rimanere fedeli,
se continuiamo a confidare in lui.
Cari fratelli e sorelle,
sappiamo bene che state perseverando
con pazienza di fronte a varie prove.
Desideriamo dirvi
che vogliamo davvero tanto bene a tutti voi.
Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova,
questo è JW Broadcasting.